Finalmente il gps !

Ho acquistato il primo gps solo all’inizio del 2013. Alleluia !
Per molti anni le registrazioni delle mie esplorazioni sul Canto sono state dei semplici appunti presi a penna su un foglietto di carta. Cartina manuale_2Quasi ogni uscita aveva come obiettivo almeno un sentiero da provare, per capire da dove venisse, il grado di difficoltà, in quale direzione sarebbe stato più opportuno percorrerlo.
Non so quante volte mi sono trovato da solo in mezzo al bosco, lontano dai sentieri o anche soltanto da quello che una volta forse lo era stato (ce ne sono molti così), nella impossibilità di avanzare o retrocedere.
Con quella strana sensazione a metà tra il panico che incalza e la consapevolezza di avere ufficializzato al mondo la propria stupidità: “Ma dove cavolo sono ?   E adesso ? Indietro non ci torno, perché non ce la faccio più !   Ho deciso !   Scendo ancora.   E se poi mi trovo in un labirinto senza uscita ?  Calma.  Bisogna ragionare.  Devo prendere un riferimento e non perderlo di vista.”
E così via, magari per ore.
Spesso tornavo a casa deluso e ricoperto di graffi (beh, questo accade anche adesso..) e ferite ovunque, ma a poco a poco nella mia mente prendeva forma il reticolo dei sentieri.
A raccontarlo non sembra niente, ma vi posso assicurare che non è una bella sensazione.
Ci sono addirittura luoghi che non ho ritrovato mai più e sono solo un serie di immagini sbiadite nella mia mente. Una volta sul versante di SIM mi sono proprio perso e così ho deciso di risalire, puntando in direzione della mulattiera di Fontanella, pensando che prima o poi l’avrei intercettata.
Ad un certo punto ho trovato una casa diroccata, ma era una situazione irreale. Insomma, non ce la facevo proprio una casa in un luogo così isolato del bosco. All’interno si scorgevano ancora le pareti pitturate e i segni di una vita familiare, vissuta chissà quando.
Una cosa è certa, l’esplorazione regala sempre qualche sorpresa e adesso posso anche dargli una collocazione spaziale, con tanto di coordinate geografiche.
Forse però in questo modo gli ho tolto qualcos’altro.
Non so, magari viene meno quel tocco di fascino delle cose indefinite, sfuggenti, appena sfiorate, che spingono ad un ritorno. Quel qualcosa di incompiuto, che pone immagini, suoni, e quant’altro colpisca i nostri sensi in una dimensione quasi onirica, che è piacevole recuperare di tanto in tanto, con sorpresa, dai meandri della nostra memoria.
Pensa che effetto può fare un gps !