It’s never too late to have a happy childhood

Dopo la delusione avuta con la Slash, ho dovuto decidere come sostituirla rapidamente, prima che si svalutasse troppo.
Preso atto che tornavo sempre più stanco dalle mie modeste uscite in mtb (principalmente sul Monte Canto), è stato per me quasi inevitabile valutare l’acquisto di una mtb a “pedalata assistita”.
Così, alla fine del 2015 ho cominciato a documentarmi, per farmi un minimo di cultura sull’argomento.
Adesso ci sono decine di produttori e i negozi di e-mtb sono spuntati come funghi ovunque, ma solamente 3 anni fa non era così.
Se a questo aggiungiamo sia i prezzi, sia la distanza dal punto vendita più vicino, le possibilità di scelta diminuivano drasticamente.
Un po’ di sbattimento in internet e alla fine ho ritenuto, che il produttore tedesco Haibike avesse sicuramente un modello adatto alle mie esigenze. Detto fatto, mi sono recato presso un negozio di Bergamo e ho potuto fare il mio primo assaggio di e-mtb con motore Bosch, anche se solo per le vie di Città Alta. Al rientro anche qualche pedalata con una versione motorizzata Yamaha e decisione presa !
Così, dopo mesi di attesa, finalmente nel giugno del 2016 ho portato a casa la mia Haibike XDuro AllMtn RC.
Ho scelto volutamente una versione AM, perché a conti fatti è la stessa della Kona Dawg, con la quale ho potuto divertirmi, affrontando qualunque situazione. Al contrario, non ero rimasto per niente convinto del settaggio enduro (così tanto di moda), almeno non quello sperimentato sulla Trek Slash.
Non mi restava quindi che prendere confidenza con alcune peculiarità della mia nuova mtb: utilizzare correttamente i livelli di assistenza del motore Bosch, mantenere la giusta frequenza della pedalata e imparare a gestire una mtb da 23 kg circa, con tutti i pro (leggi maggiore stabilità sullo sconnesso) e tutti i contro (come fermarsi in spazi brevi, specialmente sui tratti molto ripidi, ela ridotta capacità di saltellare, come piace fare a me).
A distanza di poco più di 3 anni dall’acquisto e con circa 3.000 km all’attivo (esco poco…), devo dire che è stata una scelta giusta, aggiungerei inevitabile.
L’aspetto più gratificante della e-mtb è ovviamente quello di poter gestire le proprie energie in salita e conservarle per divertirsi poi in discesa.
Magari riuscendo a fare anche un trail in più, rispetto al solito.
Ricordandosi però di tenere sempre sotto controllo l’autonomia della batteria, perché altrimenti tornare a casa potrebbe diventare un vero incubo.
Tanto per sfatare uno dei luoghi comuni più ricorrenti sulle e-bike, non è assolutamente vero che con non si fatica, semplicemente si può decidere quanto impegnarsi fisicamente, utilizzando le proprie risorse per gli obiettivi che riteniamo più gratificanti.
A tal proposito, mi piace citare spesso il motto “illuminante” di un biker incontrato su FB: “Per me la salita è un problema da risolvere”.
Bellissimo, non avrei saputo spiegarlo meglio.


Così era appena acquistata, ma in tre anni ho aggiunto qualche upgrade/modifica.

Proprio ispirato da questo concetto, ho realizzato un video per raccontare come sono arrivato fin qui, partendo dalle moto da enduro e dalle altre meravigliose mtb descritte in questo blog.
Il titolo è una “parafrasi” della canzone dei Blink 182 “Bored to death”.
Ecco, io mi ero proprio “annoiato” (elegante eufemismo) di sfinirmi sulle salite, per poi rovinarmi il divertimento della guida in discesa.

Estratto dell’introduzione al video su Youtube:
“In questo video ho provato a raccontare la mia storia (sicuramente comune a molti e-biker). Si tratta della mia seconda vera esperienza da videomaker nell’arco di quasi dieci anni, la precedente risale al 2009, con il video del mio 50° compleanno. https://vimeo.com/1015342.
Quindi mi sono dovuto accontentare del risultato. Mia moglie, la prima a vedere il video appena terminato, ha sentenziato: “Se non lo spieghi, nessuno capirà cosa hai voluto dire !” Così ho deciso di scrivere qualche riga di presentazione. La fonte di ispirazione è stata per me la canzone “Bored to death” dei Blink 182. Anche se in realtà è dedicata ad una “lei” in carne ed ossa. In particolare hanno stuzzicato la mia fantasia tre passaggi importanti del testo:
La sensazione di noia (vedi appunto il titolo) nel ripetere estenuanti salite (mai avuto “il fisico”, figuriamoci adesso, a 58 anni !) e poi, in fondo, a me piace guidare.
Il ricordo di una passione iniziata tanto tempo fa (…it’s long way back from seventeen..) e poi ripresa più avanti negli anni ’80 con le moto, per arrivare infine alle mtb.
La consapevolezza dello scorrere delle “stagioni” (…life is too short to last long..), ma anche la voglia di continuare a vivere la propria passione, seguendo una naturale evoluzione delle cose, senza dimenticare che “it’s never too late to have a happy childhood” (questo però lo aggiungo io, perché non è nel testo …). In tutto il video dico giusto due parole (anzi tre) in uno pseudo inglese….”