Come spiegare le tracce ?

Tentare di spiegare i trail è impresa ardua.
Lo sa bene chi più autorevolmente di me si è già cimentato nell’impresa. Sia con pubblicazioni scritte, sia sui siti web.
Questi autori hanno dovuto prima di tutto operare delle scelte, decidendo quali sentieri raccontare e quali invece ignorare, lasciandone l’eventuale scoperta ai biker più intraprendenti.
Non solo, hanno dovuto affrontare il compito ancora più arduo, di spiegare a degli sconosciuti che tipo di difficoltà avrebbero incontrato.
A dire il vero, io non ritengo di essere così preparato, ma ho comunque il desiderio di raccontare un’unica location, il Monte Canto, e farlo dal mio punto di vista, senza descrizioni eccessivamente documentaristiche e tecnicismi da cartografo.
Vorrei analizzare le possibilità nel loro insieme e rielaborarle, secondo la mia esperienza.
La chiave di lettura ovviamente è quella AM /Enduro.
I sentieri del Canto difficilmente hanno la stessa connotazione dall’inizio alla fine. Si possono incontrare livelli di difficoltà diversi, magari per brevi tratti, ma la difficoltà può variare molto in funzione delle condizioni atmosferiche e della volontà di andarsi a cercare linee più impegnative.
Fatte queste considerazioni, forse banali, trovo molto difficile stabilire un unico grado di valutazione per tutto il trail che presenterò di volta in volta.
Ho letto la scala di valutazione tedesca e quella del CAI, ma non ritengo siano utilizzabili in questo contesto. Preferisco adottare quindi un approccio più colloquiale. Se non sarà sufficiente, potrò sempre apportare delle modifiche.
Le tracce che ho registrato partono e fanno arrivo tutte presso un parcheggio facilmente raggiungibile in auto, magari nelle vicinanze di un autolavaggio, per quelle volte in cui si  torna carichi di fango.
Ho ritenuto opportuno mantenere separate le salite dalle altre tracce, perché in questo modo si potranno raggiungere “le sommità”, per poi scegliere il percorso da effettuare in discesa.

Ultime precisazioni: durante la registrazione delle tracce mi è capitato di fare anche della manutenzione ai sentieri o improvvisare una esplorazione. Quindi non fate caso ai tempi di percorrenza o alle velocità, perché possono essere molto falsati.
Intendiamoci, in ogni caso sarebbero stati molto blandi, considerato che io nel gergo motociclistico sono un cosiddetto “fermo”!

Altro aspetto molto importante: non posso garantire che soprattutto quelli meno frequentati siano ancora totalmente aperti. Mi raccomando, niente maledizioni ! 
D’altra parte, chi non risica …..